Sprechi per un miliardo di euro l’anno: il costo di Affittopoli per i romani
Altro che i 100 milioni a cui faceva riferimento Tronca parlando di Affittopoli! La stima è certamente di massima, ma — scrive Il Tempo — leggendo le descrizioni dettagliate delle singole voci non si discosta poi tanto dalla realtà. La pessima gestione del patrimonio pubblico della Capitale ha ripercussioni su tutti i settori dell’Amministrazione.
Si parte dall’appartamento di borgo Pio affittato a 7,70 euro al mese o dagli affitti passivi e si arriva alle gratuità concesse agli enti ecclesiastici e all’evasione della tassa di soggiorno. Il Movimento 5 Stelle ha messo insieme tutte queste voci, tentando di dimostrare come una massiccia spending review in Campidoglio potrebbe dare la possibilità di reinvestire i soldi risparmiati nel sociale e nei servizi al cittadino. Solo le voci relative al patrimonio immobiliare costano al Comune 200 milioni di euro l’anno. Circa la metà di questo importo, come rilevato nei giorni scorsi dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, fa riferimento al mancato adeguamento dei canoni sugli immobili residenziali per i cittadini non indigenti. Soltanto portando questi importi a canoni di mercato — continua Il Tempo — il Campidoglio incasserebbe i soldi necessari per rinnovare tutto il parco autobus Atac. Ma non è tutto. Altri 38 milioni di euro di mancati incassi sono da registrare sul mancato adeguamento dei canoni degli immobili non residenziali: partiti politici, associazioni fittizie, centri sociali, che pagano (se pagano) da anni quote risibili. C’è poi la gestione attiva del patrimonio. Secondo i documenti raccolti dai grillini, il Campidoglio spende 126 milioni di euro l’anno (come da piano di rientro della Giunta Marino), pari a circa il 5% della spesa corrente; il Comune di Milano, invece, spende appena l’1%: ridurre la cifra al 3% comporterebbe un risparmio di almeno 50 milioni. Infine i cosiddetti «fitti passivi».